INTROITUS
ELEMENTS (2011)

SWEDEN
GENRE: PROG
LABEL: PROGRESS RECORDS
WEBSITE: Official Site
REVIEWED: 2011 JULY 9TH
RATING: 80/100

 

 
Secondo i canoni della critica specializzata di rock progressivo degli ultimi anni, gli Introitus dovrebbero appartenere allo schieramento del “non se ne può più”, del neo-prog sinfonico facile, trito e ritrito, morto e sepolto dieci anni fa se non di più. Dovrei dunque aspettarmi una scientifica e generalizzata demolizione di questo secondo album del gruppo svedese, eppure ho la sensazione che “Elements” non subirà un simile trattamento.
Le prime note di “The Hand That Feeds You”  partono col piglio giusto ma contemporaneamente insospettiscono: le tastiere aggrovigliate e un po’ sci-fi del leader anziano Mattias Bender ricordano gli Ayeron più pacchiani ed inconcludenti ed allora, penso, il rischio è di trovarsi di fronte ad una brano tanto fumo e niente arrosto che non va da nessuna parte. Niente paura, la voce di Anna (nonché moglie di Mattias) prende in mano la situazione fino al primo, ottimo, break di flauto seguito da un cristallino ed iper-melodico assolo di chitarra di Par Helje. Il brano prende corpo in maniera decisamente positiva con le tastiere di Bender sempre protagoniste di rincorse ed evoluzioni ben strutturate ed accattivanti. Il finale è tutto di Anna in pieno Magenta style: sia musica che voce infatti ricordano da vicino lo stile del gruppo britannico.
Con la descrizione del brano di apertura ritengo di aver dato un’idea dell’intero album che comunque offre ancora molto. “Like Always” è una ballata fin troppo semplice nella struttura ma così dannatamente ben infarcita di dettagli ed inserimenti solisti da riuscire agevolmente a brillare di luce propria.
In “Restless” la struttura si fa più complessa ed i suoni più pesanti, a cominciare dalla chitarra più graffiante e più presente in fase ritmica che infrange, ma solo temporaneamente, il monopolio ritmico delle tastiere di Bender.
Ultima menzione per il brano finale “Soulprint”, dall’ottimo incipit di flauto e pianoforte (vagamente cameliano) e dal discreto sviluppo con ritmo cadenzato in crescendo che mi ha ricordato le dilatazioni tipiche di “Night “ dei Gazpacho.
Insomma, “Elements” è un disco decisamente riuscito, lontano dallo status di capolavoro, semplice e scorrevole e che reclama a gran voce un posto tra le migliori uscite di quest’anno. Se cercate un ottimo incrocio  tra i Magenta meno virtuosi e la pomposità degli RPWL, gli Introitus fanno per voi ed un plauso va anche ad Hansi Cross (della Progress Records) che ha creduto in loro. Luca Alberici

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