Di fronte a lavori
come "Children", secondo album della band statunitense Iluvatar,
di solito si formano due distinti schieramenti: coloro che si sentono molto
annoiati dall'ennesimo album di neo-prog fortemente derivativo (e come se
non bastasse il nome della band è tratto da "Il Silmarillion"
dello sfruttatissimo Tolkien) e coloro che, spinti da una nostalgia sempre
viva dei favolosi anni 80, accolgono con entusiasmo prodotti come questo,
disinteressandosi della scarsa originalità, ma pretendendo un livello
qualitativo costantemente sopra la media. Chi appartiene a quest'ultimo
schieramento non può che aver tratto soddisfazione dall'ascolto di
questo lavoro che personalmente considero un piccolo gioellino del suo genere.
E' indubbia e palese la forte influenza che gruppi come Rush, Marillion
ed Iq hanno esercitato sull' inclinazione artistica dei cinque ragazzi di
Baltimore, per cui si capisce con abbondante anticipo cosa aspettarsi ma
è altrettanto limpida la fertile vena creativa che illumina il loro
songwriting.
E' impossibile non amare questo disco perché è dominato da
una forte propensione alla melodia ed è eseguito da strumentisti
capaci e di spessore: brani come "In Our Lives", "Given Away"
e "Your Darkest Hour" vanno dritti al cuore e qui trovano rifugio
stabile per diversi giorni. Il cantante Glenn McLaughlin è dotato
di una voce molto pulita (simile per certi versi a quella di Peter Nicholls)
che pone il suo timbro su ciascun episodio. Ma tutti i brani si elevano
al di sopra della media, escludendo solo "Cracker" dove
la band mostra il suo lato più muscolare confermandoci le radici
più dure e spigolose di inizio carriera.
Ma il manifesto più
esemplificativo e qualitativamente più ispirato della musica degli Iluvatar
è rappresentato senz'altro dalla lunga suite finale "The Final Stroke"
caratterizzata da molteplici cambiamenti di ritmo, scampoli strumentali
ad ampio respiro e molto sinfonici e da una continua ricerca della linearità
delle forme: in questo episodio di dieci e passa minuti viene evidenziato
con chiarezza il principale punto di riferimento della band, identificabile
nei Marillion degli anni ormai tristemente dimenticati.
Il totale appagamento dei sensi che deriva dall'ascolto di questa perla
finale di hard-neoprogressive fa di "Children" un album se non
proprio stratosferico, certamente consigliabile agli appassionati del genere.
"Children"
is the second album of American band Iluvatar and it was released back in
1995. Their music style is very close to those bands who contributed to
the worldwide spread of neo-progressive rock of the eighties such as Marillion,
Iq and closest ones. After having listened to this work someone could have
thought of a too much derivative commercial neo-prog already listened thousands
of times. Even the band's name is taken from Tolkien's "The Silmarillion"….
Yes
it's true but what about the quality of the eight songs inside "Children"
? Nothing unbelievable but absolutely excellent: "In Our Lives",
"Given Away" and "Your Darkest Hour" are all tracks
difficult to forget. There is only a weak song, "The Cracker"
where Iluvatar show us the muscles and forget the melodic attitude for a
while.
The
final long suite "The Final Stroke" is the cd's shinest episode
with fine keys openings, great synphonic attitude (a-la Collage) and several
changes of moods.
A
beautiful american band with a clear european sound. Well done and recommended
!!