HTP
HUGHES/TURNER PROJECT (2002)

U.S.A.
GENRE: HARD ROCK
LABEL: MTM
WEBSITE: Blackfield official
REVIEWED: 2002 JUNE 29TH
RATING: 70/100
 

 

Qualsiasi appassionato di Hard Rock degli anni 70/80 conosce a memoria tutti gli avvicendamenti dietro al microfono capitati a Deep Purple e Rainbow, gli incroci multipli, i ripensamenti, le liti, i ritorni. Tutte personalità forti che dopo pochi anni di convivenza con quell’altra personalità forte (e brutto carattere, dicevano) di Ritchie Blackmore, se ne andavano sbattendo la porta. Glenn Hughes, il cantante bianco con la voce nera, caratterizzò sia le parti vocali che la sezione ritmica di basso dei Deep Purple di "Burn" e dintorni, mentre J.L. Turner fece capolino nel periodo a mioparere più felice dei Rainbow per ricomparire qualche anno più tardi nei Deep Purple del sottovalutatissimo "Slaves And Masters". Due cantanti diversi, più black blues Glenn, più rock Joe, entrambi di grande carisma e dall'ugola superdotata.
Prima di ascoltare l'album mi sono domandato cosa ci si potesse aspettare da un progetto che vede coinvolti due grandissimi cantanti rock e su chi o su cosa avrei focalizzato la mia attenzione appena lo stanchissimo laser del mio consumatissimo lettore cd avesse lambito il dischetto. Domande che potevano sembrarmi ovvie ma che nascondevano il timore di trovarmi di fronte ad un progetto di natura prettamente commerciale finalizzato unicamente a dare una spinta alle rispettive carriere soliste, ultimamente poco brillanti e mai gratificate da un consenso popolare decente.
Il mio timore si è rivelato in parte giustificato perché su questo disco c’è veramente poco da dire: un insieme di brani hard rock blues anni ‘80 di pregevole fattura e ben suonati, la prova che questo doveva essere il palcoscenico su cui far esibire le 2 ugole dei nostri beneamati e non importa se la scenografia si fosse dimostrata povera e con pochi effetti perché nelle intenzioni questo doveva essere un album vocal-oriented. Tutto ciò benché ad occuparsi delle parti di chitarra troviamo ospiti veramente speciali come Paul Gilbert e John Sykes.
Comunque un buon album che serve da compendio per coloro che non hanno mai ascoltato né Rainbow né Deep Purple (ma esistono ??) ma anche per i rock fans più navigati che troveranno in brani come "Devil's Road", "Missed Your Name" ed "On The Ledge" un piacevole ma forse non indispensabile ritorno agli albori dell'hard rock. Se la piacevolissima "Mystery Of The Heart" ci ricorda che J.L. Turner si trova più a proprio agio nei brani più rock-aor e "You Can't stop Rock'n Roll" ci conferma che invece Hughes è un cantante più blues, l'intero progetto, seppur non trascendentale, si colloca sicuramente tra le migliori uscite del momento.
Hard rock fans certainly know Deep Purple and Rainbow and the various singers they had in their history. Glenn Hughes and J.L. Turner belongs to them, two different voices, two different singing styles, more black-blues Glenn, more aor-rock Joe.
Now they're back after a couple of years of solo careers not so brilliant, I've to say. When I heard of this project I immediately tought of a commercial way to catch fans interest again, but it's only half true because this album is quite good and their voices are really impressive (someone had any doubt ??). I like so much the aor of "Mystery Of The Heart" and the bloody hard rock of "Devil's Road" and "On The Ledge".
There's nothing else to say, this is a very enjoyable album, recommended to old Rainbow and Deep Purple fans but also to younger rock fans to let them learn what hard rock meant in the past.
Oh, I was forgetting to say that all guitars section is played by Paul Gilbert and John Sykes and it's not a slight detail !!!!

Luca Alberici