HAPPY THE MAN
THE MUSE AWAKENS (2004)

U.S.A.
GENRE: PROG
LABEL: INSIDE OUT
WEBSITE: HTM official
REVIEWED: 2005 FEBRUARY 10TH
RATING: 80/100

 

Che il progressive rock stesse pian piano recuperando vigore ed attirando l'interesse del pubblico, se ne stavano accorgendo in molti. Ne abbiamo avuto la prova con la più o meno recente resurrezione di alcuni gruppi degli anni settanta: l'ultima in ordine di tempo è stata proprio quella degli americani Happy The Man, che a distanza di 26 anni dall'ultimo (ed ormai oggetto di culto) "Crafty Hands", si ripresentano con il pluriannunciato "The Muse Awakens". La formazione originale è orfana solo del batterista rimpiazzato da Joe Bergamini e di Kit Watkins, ormai da tempo impegnato a suonare tutt'altro genere e sostituito da David Rosenthal, che i più attenti ricorderanno prima nei Rainbow e poi negli ottimi Red Dawn.
La musa degli Happy The Man si è dunque risvegliata ed a giudicare dalla qualità del materiale sembra che durante il sonno non abbia perso le sue capacità ispiratrici. Soprattutto il gruppo non ha ceduto alla tentazione di attualizzare troppo il proprio stile come drammaticamente avvenuto ad alcuni loro colleghi; il disco infatti ci propone undici composizioni molto efficaci che non hanno perso quell'alone di magia che avvolgeva le note di "Crafty Hands" e che in parte dimostrano che il tempo sembra proprio non essere trascorso: l'iniziale "Contemporary Insanity", ma anche "Kindred Spirits" e "Maui Sunset" abbinano molto bene la tipica sensibilità canterburiana con ambientazioni jazz di notevole spessore. "Adrift" è un bellissimo quadretto romantico per sassofono mentre "Shadowlites" è l'unico brano cantato da uno Stanley Whitaker ancora decisamente in forma. Non ho invece apprezzato granché la troppo ostica e fine a se stessa "Barking Spiders" e "Slipstream" dove emerge una vena New Age banale e scontata.
Il già citato David Rosenthal è senz'altro la novità più gradita di questo ritorno perché sinceramente non mi sarei mai aspettato un'integrazione negli HTM così veloce e produttiva. Per la cronaca David firma ben tre brani.
"The Muse Awakens" è, dunque, l'ideale successore di "Crafty Hands", eccellente per la buona qualità media del materiale, il cui unico limite è forse l'assenza di un brano trainante che spicca sugli altri. Consigliato.
The recent come-back to life of many progressive rock bands of the past is another proof that this kind of music is catching more and more interest among the audience. Happy The Man is the last renowned reunion: the american progsters are back after 26 years of silence with a brand new album called "The Muse Awakens". The original line-up is lacking of the drummer replaced by Joe Bergamini and Kit Watkins who's currently playing a different kind of music; David Rosenthal (Rainbow, Red Dawn) replaced him.
Well, HTM's muse finally awakens and I must say it's still really inspired. The album features eleven good tracks that keep alive the same magic of their greatest album "Crafty Hands". 26 years seem like yesterday in the opener "Contemporary Insanity", a great instrumental track but "Kindred Spirits" and "Maui Sunset" are even better: they mix themselves their genetic canterburian feeling with jazz touches. "Adrift" is a pure romantic picture for saxophone and keys.
Overall "The Muse Awakens" is the ideal follower of "Crafty Hands", I dare say a more modern "Crafty Hands" with a very good quality average. Its weakest point is the lacking of an unforgettable song. Recommended.

Luca Alberici

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