HAMADRYAD
SAFE IN CONFORMITY (2005)

CANADA
GENRE: PROG
LABEL: UNICORN
WEBSITE: Hamadryad official
REVIEWED: 2005 JULY 21TH
RATING: 75/100
 

 

Gli Hamadryad sono commercialmente diventati la punta di diamante della scuderia canadese Unicorn, grazie al loro disco d'esordio, l'apprezzatissimo "Conservation Of Mass", con il quale sono stati autentici campioni di vendite.
A pochi giorni dalla sua uscita ufficiale ed a giudicare dal numero di prenotazioni già pervenute, il nuovo e secondo disco del gruppo canadese, intitolato "Safe In Conformity", sembra aver intenzione di ripetere (e, chissà, forse superare) il record di vendite del predecessore.
Il lungo lasso di tempo di ben quattro anni intercorso tra i due album è ampiamente giustificabile dalla dipartita del frontman Jocelyn Beaulieu, un ruolo notoriamente molto delicato e che ha richiesto molta attenzione nella scelta del sostituto. Forse per la paura di sbagliare la scelta, la band alla fine ha pensato che la soluzione andasse cercata in famiglia e così il bassista Jean-Francois Desilets si è messo a disposizione per ricoprire entrambi i ruoli con risultati decisamene soddisfacenti. "…And Then There Were Four" poteva essere scelto come titolo del disco, considerando la riduzione dell'organico da cinque a quattro elementi e conoscendo quale sia la principale musa ispiratrice del gruppo di Montreal.
I due brani d'apertura "Anatomy Of A Dream" e "Self Made Men" ne sono la conferma perché sia la voce di Jean-Francois che ricorda molto quella di un certo Peter Gabriel che la chitarra di Denis Jalbert ci fanno riassaporare le imponenti strutture sinfoniche create a suo tempo in "Nursery Crime" e "Trespass".
In seguito, brano dopo brano, l'iniziale attitudine palesemente genesiana si smorza e comincia a prevalere quella più tecnica, spigolosa ma anche più fredda (alla Rush per intenderci) di brani come "Sunburnt", "One Voice" e "Polaroid Vendetta". A quest'ultima, per esempio, va il triste primato del brano meno ispirato dell'intero lavoro perché assolutamente priva di una melodia che conferisca spessore e piacevolezza d'ascolto.
In questa graduale metamorfosi che caratterizza la parte centrale del disco, la chitarra si fa sentire di più con cambi di direzione più repentini ed a volte un tantino forzati che rendono l'ascolto più difficoltoso.
Il disco riprende poi quota ed attrattiva con le ottime "Alien Spheres" e "Omnipresent Umbra", di nuovo deliziosamente sinfoniche nel riproporre alcune peculiarità del disco precedente, ma cariche di una maggior ricerca e sperimentazione.
Un buon disco nel complesso, sebbene un gradino al di sotto dell'esordio, partorito da una formazione che dimostra grande inventiva, sensibilità ed una viscerale passione per i Genesis.
Hamadryad is the best Unicorn records act from the commercial point of view, due to an acclaimed debut cd "Conservation Of Mass" who sold a large number of copies worldwide.
The pre-sales of this new album entitled "Safe In Conformity" show that it's going to repeat (and maybe exceed) the first album's great success.
The long lapse of time (four years) between the two albums was due to the Jocelyn Beaulieu's come out from the band: after some time spent to replace the voice of Jocelyn, the band finally decided to find a domestic solution, that is Jean-Francois Desilets, who will be both the official bass-player and singer, from now on.
"…And Then There Were Four" could have been the title of this album, knowing so well the deep inspiration they usually take from Genesis music.
The cd starts with "Anatomy Of A Dream" and "Self Made Men" and i'ts a really promising opening: wonderful symphonic melodies led by the magic touch of guitarist Denis Jalbert and the gabriel-like voice of Jean-Francois.
Then, track by track, this attitude partially vanishes, replaced by the more skilled, harder and much colder approach of compositions like "Sunburnt", "One Voice" and "Polaroid Vendetta". Particularly, "Polaroid Vendetta" is, in my opinion, the less inspired track of the album because it's totally lack of melody with several too-forced changes of mood.
Fortunately "Alien Spheres" and "Omnipresent Umbra" come back to the best side of Hamadryad really personal style (despite of genesis-like remembrances) showing several traces which I could hear in their previous album, but with more research and experimentation.
A good work, no doubt, but overall not as impressive as the debut, in my opinion.

Luca Alberici

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