Una
premessa chiarificatrice è obbligatoria subito: ritengo che "A Different
beat" sia l’album meno bello del chitarrista irlandese e non negherò
mai di essere di fronte ad un mezzo passo falso. Detto questo, però, non
capisco come nella maggior parte delle recensioni che ho letto sia stato
stroncato senza mezzi termini non adducendo alcuna giustificazione razionale.
Dopo
4 album blues, Gary Moore ha cambiato strada, ha sperimentato una direzione
fatta di effetti sonori computerizzati, batteria campionata shekerato con
la sua inconfondibile chitarra. Il risultato non è certo dei più esaltanti
ma io sono riuscito ad apprezzare ugualmente l’album nella sua interezza.
Il Gary Moore che conosciamo è ben presente in ogni canzone anche se inserito
in una struttura sonora a cui non eravamo abituati; forse il medesimo tentativo
era stato fatto ai tempi di Wild Frontier.
"Lost
In Your Love", per esempio è un brano decisamente irresistibile. Ciò
che non capirò mai è il motivo per cui ,appena un artista cambia leggermente
direzione provando a sperimentare qualcosa di nuovo, venga sempre puntualmente
stroncato a prescindere dalla qualità delle canzoni. Misteri della critica.