GERARD
SIGHS OF THE WATER (2002)

JAPAN
GENRE: PROG-METAL
LABEL: MUSEA
WEBSITE:
REVIEWED: 2002 AUGUST 23RD
RATING: 70/100
 

 

E’ noto ormai a tutti che i giapponesi non sono mai stati in grado di inventare qualcosa di veramente innovativo: sono grandi lavoratori, grandi osservatori, grandi plagiatori e soprattutto considerano l’Occidente come un modello da imitare (chissà poi perché ??).
Se stringiamo il cerchio e ci occupiamo di progressive rock, la situazione non cambia molto perché quello giapponese è forse il pubblico più affezionato e spendaccione nei confronti di tutto ciò che arriva dal vecchio continente a tal punto che alcune band europee continuano ad esistere solo per sfruttare la potenza dello yen. Poi succede che qualche appassionato si trasforma in musicista, come Toshio Egawa, leader e tastierista dei Gerard, 20 anni di esperienza alle spalle, già autore di 9 album e di nuovo la storia si ripete: c’è la stoffa, la perizia tecnica e l’assimilazione, anche se un po’ rigida, dei dettami del progressive rock, ma scarseggia l’elemento più importante, cioè l’inventiva, la scintilla che accende il fuoco della creatività.
"Sighs Of The Water" è comunque un buon album di hard prog sinfonico, sicuramente superiore ai precedenti, forse il meno giapponese di tutti che a più riprese paga il dazio a nomi del calibro di Elp, Dream Theater, Camel e Flower Kings ma con un attitudine rivolta maggiormente al metal anche aggressivo: ci sono cascate di tastiere che dominano la scena, frequentissimi cambiamenti di ritmo (a volte un po’ troppi) nonché improvvise ed ampie aperture melodiche di buon gusto.
Si comincia decisamente bene con la title-track, molto space-prog di ispirazione Ayreon/Solaris con un tema principale eseguito dalle tastiere di Toshio e che soffre di una lunghezza forse un po’ esagerata.
Per "From The Deep" è invece esattamente l’inverso con un introduzione cantata (purtroppo, viste le capacità vocali del cantante) non esemplare ed una seconda parte strumentale dal sapore Camel veramente di buona fattura.
In "Cry For The Moon" la voce è quasi da thrash-metal band, elemento non certo premiante per il risultato finale nella sua globalità ma fortunatamente anche qui la parte strumentale raggiunge livelli di quasi eccellenza.
Strano disco questo: mi ha lasciato tanto indifferente all’inizio quanto invece mi ha impressionato favorevolmente dopo una decina di ascolti.
Confermo del tutto quanto detto sul Giappone e sui giapponesi, ma riconosco ai Gerard di aver fatto veramente un buon lavoro.
Many people think that Japan and japanese people are unable to create something really new.: they’re hard workers, minded observers and fine wannabees.
The story doesn’t change talking about progressive rock: japanese fans are very spendthrifts and strongly attracted by everything coming from the West World and I can’t understand why. Many european bands are still alive only to take advantage of Yen’s power.
What about japanese bands ? The same story: skilled musicians, a western lesson learnt very well but they lack of originality and new ideas. I’m not sayng there aren’t any good bands and Gerard is a good example.
"Sighs Of the water" did a strange effect on me: at the beginning I was going to give it a bad rating but after few listenings I changed my mind. It’s a fine synphonic hard prog album with many influences of Elp, Dream Theater, Camel and several changes of rhythm. Toshio Egawa’s compositions often reach high levels of inspiration like in the opening space-progged title track very close to Ayreon/Solaris stuff. I also like "From The Deep", "Cry For The Moon" and the ending track. The weakest point is the vocal section but fortunately the songs are mostly instrumental.
I keep my point of view about japanese prog bands but I must admit Gerard did a very good job with "Sighs Of The Water".

Luca Alberici