E’ noto ormai a tutti
che i giapponesi non sono mai stati in grado di inventare qualcosa di veramente
innovativo: sono grandi lavoratori, grandi osservatori, grandi plagiatori
e soprattutto considerano l’Occidente come un modello da imitare (chissà
poi perché ??).
Se stringiamo il cerchio
e ci occupiamo di progressive rock, la situazione non cambia molto perché
quello giapponese è forse il pubblico più affezionato e spendaccione nei
confronti di tutto ciò che arriva dal vecchio continente a tal punto che
alcune band europee continuano ad esistere solo per sfruttare la potenza
dello yen. Poi succede che qualche appassionato si trasforma in musicista,
come Toshio Egawa, leader e tastierista dei Gerard, 20 anni di esperienza
alle spalle, già autore di 9 album e di nuovo la storia si ripete: c’è la
stoffa, la perizia tecnica e l’assimilazione, anche se un po’ rigida, dei
dettami del progressive rock, ma scarseggia l’elemento più importante, cioè
l’inventiva, la scintilla che accende il fuoco della creatività.
"Sighs Of The
Water" è comunque un buon album di hard prog sinfonico, sicuramente
superiore ai precedenti, forse il meno giapponese di tutti che a più riprese
paga il dazio a nomi del calibro di Elp, Dream Theater, Camel e Flower Kings
ma con un attitudine rivolta maggiormente al metal anche aggressivo: ci
sono cascate di tastiere che dominano la scena, frequentissimi cambiamenti
di ritmo (a volte un po’ troppi) nonché improvvise ed ampie aperture melodiche
di buon gusto.
Si comincia decisamente
bene con la title-track, molto space-prog di ispirazione Ayreon/Solaris
con un tema principale eseguito dalle tastiere di Toshio e che soffre di
una lunghezza forse un po’ esagerata.
Per "From The
Deep" è invece esattamente l’inverso con un introduzione cantata (purtroppo,
viste le capacità vocali del cantante) non esemplare ed una seconda parte
strumentale dal sapore Camel veramente di buona fattura.
In "Cry For The
Moon" la voce è quasi da thrash-metal band, elemento non certo premiante
per il risultato finale nella sua globalità ma fortunatamente anche qui
la parte strumentale raggiunge livelli di quasi eccellenza.
Strano disco questo:
mi ha lasciato tanto indifferente all’inizio quanto invece mi ha impressionato
favorevolmente dopo una decina di ascolti.
Confermo del tutto
quanto detto sul Giappone e sui giapponesi, ma riconosco ai Gerard di aver
fatto veramente un buon lavoro.
Many
people think that Japan and japanese people are unable to create something
really new.: they’re hard workers, minded observers and fine wannabees.
The
story doesn’t change talking about progressive rock: japanese fans are very
spendthrifts and strongly attracted by everything coming from the West World
and I can’t understand why. Many european bands are still alive only to
take advantage of Yen’s power.
What
about japanese bands ? The same story: skilled musicians, a western lesson
learnt very well but they lack of originality and new ideas. I’m not sayng
there aren’t any good bands and Gerard is a good example.
"Sighs
Of the water" did a strange effect on me: at the beginning I was going
to give it a bad rating but after few listenings I changed my mind. It’s
a fine synphonic hard prog album with many influences of Elp, Dream Theater,
Camel and several changes of rhythm. Toshio Egawa’s compositions often reach
high levels of inspiration like in the opening space-progged title track
very close to Ayreon/Solaris stuff. I also like "From The Deep",
"Cry For The Moon" and the ending track. The weakest point is
the vocal section but fortunately the songs are mostly instrumental.
I
keep my point of view about japanese prog bands but I must admit Gerard
did a very good job with "Sighs Of The Water".