FOXTROT
A SHADOW OF THE PAST (1990)

NORWAY
GENRE: NEO-PROG
LABEL: PAN
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REVIEWED: 2001 DECEMBER 15TH
RATING: 85/100

 

A tutti prog lovers che sono alla ricerca sempre di nuove emozioni, non sarà certamente sfuggita l’uscita di questo scintillante esordio dei Foxtrot. Era l’anno 1990 e la scena progressive era di dominio dei vari Pendragon, Arena, Iq e simili. Peccato solo che questo esordio sia fatalmente coinciso con il contemporaneo canto del cigno e che la loro carriera si sia interrotta subito dopo. Informazioni dettagliate sulla breve storia della band non se ne trovano: lo scarno booklet di corredo al Cd ci dice soltanto che sono norvegesi, che si sono formati molto tempo prima (nel 1984) ed in origine questo disco doveva essere un semplice demotape. Il chitarrista Harald Lytomt è l'unico membro della band che già conoscevo perché militava (e milita nuovamente, dopo lo scioglimento dei Foxtrot) nei Kerrs Pink, ottima prog band sempre norvegese con all’attivo 5 album.
Ascoltando le prime note di "Here Comes The Nuclear Warheads" si rimane subito impressionati dalla pulizia del suono e dalle geometrie cristalline che vengono abilmente disegnate; il brano suona decisamente keyboards-oriented e tale caratteristica verrà più o meno mantenuta anche nelle tracce successive. "Silhouette Of The Tiger" alterna momenti più veloci e ritmati con altri più cadenzati ed il livello qualitativo si conferma molto elevato. "A Shadow Of The Past" è la più lunga, la più rappresentativa ed anche la migliore canzone presente nell’album e ci chiarisce le idee circa la scelta del nome della band: anche se in chiave più moderna, i riferimenti ai Genesis di "Selling England.." sono molto evidenti. Il break strumentale sul finire del brano è un non troppo velato richiamo alla famosissima "Firth Of Fifth" dei maestri britannici e non lo sottolineo per criticarli perché in questi casi sono abituato a pensare che ad emulare bisogna anche essere capaci.
"The Crowd" è sempre dominata dalle tastiere di Eivind Fivelsdal e pur non sfigurando con il resto è forse il brano più debole, mentre la splendida "Warhero" riprende le caratteristiche riscontrate nella title-track con un tocco malinconico in più. Qui la chitarra è più presente ed il finale è poi un crescendo di emozioni grazie ad un assolo alla Camel veramente intenso. Neo-prog puro e cristallino. La conclusiva "Monsoon" è l'unico brano strumentale dell'album ed è stilisticamente un perfetto incrocio tra le fughe strumentali tipiche dei Camel ed il sinth-sound degli Alan Parson Project. Gran finale.
L'esigua durata del Cd (solo 37 minuti) e l'interruzione troppo prematura della loro attività ha lasciato a molti l'amaro in bocca, poiché in questo breve assaggio delle loro capacità i Foxtrot avevano dato l'impressione di poter scrivere pagine altrettanto luminose ipotecando un futuro pieno di soddisfazioni. Non ci resta che tenerci l'amaro in bocca ma anche conservare una copia di quest'album fra i nostri oggetti più cari e preziosi.
COMING SOON

Luca Alberici