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tutti prog lovers che sono alla ricerca sempre di nuove emozioni, non sarà
certamente sfuggita l’uscita di questo scintillante esordio dei Foxtrot.
Era l’anno 1990 e la scena progressive era di dominio dei vari Pendragon,
Arena, Iq e simili. Peccato solo che questo esordio sia fatalmente coinciso
con il contemporaneo canto del cigno e che la loro carriera si sia interrotta
subito dopo. Informazioni dettagliate sulla breve storia della band non
se ne trovano: lo scarno booklet di corredo al Cd ci dice soltanto che sono
norvegesi, che si sono formati molto tempo prima (nel 1984) ed in origine
questo disco doveva essere un semplice demotape. Il chitarrista Harald Lytomt
è l'unico membro della band che già conoscevo perché militava (e milita
nuovamente, dopo lo scioglimento dei Foxtrot) nei Kerrs Pink, ottima prog
band sempre norvegese con all’attivo 5 album.
Ascoltando
le prime note di "Here Comes The Nuclear Warheads" si rimane subito
impressionati dalla pulizia del suono e dalle geometrie cristalline che
vengono abilmente disegnate; il brano suona decisamente keyboards-oriented
e tale caratteristica verrà più o meno mantenuta anche nelle tracce successive.
"Silhouette Of The Tiger" alterna momenti più veloci e ritmati
con altri più cadenzati ed il livello qualitativo si conferma molto elevato.
"A Shadow Of The Past" è la più lunga, la più rappresentativa
ed anche la migliore canzone presente nell’album e ci chiarisce le idee
circa la scelta del nome della band: anche se in chiave più moderna, i riferimenti
ai Genesis di "Selling England.." sono molto evidenti. Il break
strumentale sul finire del brano è un non troppo velato richiamo alla famosissima
"Firth Of Fifth" dei maestri britannici e non lo sottolineo per
criticarli perché in questi casi sono abituato a pensare che ad emulare
bisogna anche essere capaci.
"The
Crowd" è sempre dominata dalle tastiere di Eivind Fivelsdal e pur non
sfigurando con il resto è forse il brano più debole, mentre la splendida
"Warhero" riprende le caratteristiche riscontrate nella title-track
con un tocco malinconico in più. Qui la chitarra è più presente ed il finale
è poi un crescendo di emozioni grazie ad un assolo alla Camel veramente
intenso. Neo-prog puro e cristallino. La conclusiva "Monsoon"
è l'unico brano strumentale dell'album ed è stilisticamente un perfetto
incrocio tra le fughe strumentali tipiche dei Camel ed il sinth-sound degli
Alan Parson Project. Gran finale.
L'esigua
durata del Cd (solo 37 minuti) e l'interruzione troppo prematura della loro
attività ha lasciato a molti l'amaro in bocca, poiché in questo breve assaggio
delle loro capacità i Foxtrot avevano dato l'impressione di poter scrivere
pagine altrettanto luminose ipotecando un futuro pieno di soddisfazioni.
Non ci resta che tenerci l'amaro in bocca ma anche conservare una copia
di quest'album fra i nostri oggetti più cari e preziosi.