Esiste
l’assuefazione da alcool, da droghe ed anche da medicine, il cui effetto
farmacologico subentra quando vi è un’eccessiva assunzione di una sostanza
che il suo recettore riconosce ma non riesce a rispondere con la stessa
intensità.
Ormai
da qualche anno i più noti scienziati stanno studiando una nuova forma di
assuefazione, quella da Flower kings: nulla a che vedere con la farmacologia
ma è ormai certo che le conseguenze fisiologiche sono le medesime.
Questi
svedesotti amanti degli Yes e degli Elp sono veramente bravi ed hanno inciso
album di notevole spessore artistico ("Space Revolver" su tutti
a mio parere), ma hanno il difetto che si danno decisamente troppo da fare.
Da qualche anno timbrano regolarmente il cartellino con cadenza annuale,
incidono album la cui durata oltrepassa abbondantemente la soglia dei 65
minuti ed ultimamente non si accontentano neanche del classico cd singolo.
Ed i Flower Kings non suonano Disco music, la loro miscela musicale necessita
di ripetuti ascolti per essere digerita senza aiuti esterni per cui i timpani
anche del fan più accanito sono messi a dura prova.
"The
Rainmaker" non è affatto un brutto disco, anzi la lunga "Last
Minute On Earth" riprende ed esalta i proprio i tempi di "Space
Revolver" con un riff portante di chitarra solido e melodico. Splendida
è poi "World Without A Heart", una deliziosa ballata tranquilla
di voce e chitarra acustica, dal motivo molto catchy ma non banale.
Anche
questa volta sono rimasto affascinato dalla loro inconfondibile predisposizione
al sinfonismo, come nella title-track dove lo spettro dei primi Pink Floyd
emerge in tutto il suo tetro splendore, ma arrivati già a "City Of
Angels" la mia sopportazione è drammaticamente al limite ed i miei
recettori scarichi : non mi pesa l’ottima qualità del materiale, quanto
la formula utilizzata per la sua realizzazione, che è purtroppo sempre la
stessa e la cui riproposizione all’infinito alla lunga annoia.
Insomma,
un’altra buona prova dei Flower Kings, anche se in cuor mio speravo in un
passo avanti un po’ più lungo e coraggioso che invece quest’album non ha
compiuto. Ma forse è proprio colpa dell’assuefazione...
Alzino
la mano tutti coloro che sono riusciti ad ascoltare "The Rainmaker"
tutto d’un fiato senza centellinarlo a dosi giornaliere come se fosse una
telenovela sudamericana. Accetto scommesse...
Does
everybody know what non-habit-forming is ?? It’s a strange pharmacologic
consequence when you swallow an excessive dose of the same medicine or drug.
Well, the most famous scientists are currently studying a new kind of that
effect provoked by Flower Kings’ music.
I’m
a good FK fan and I had especially loved "Space Revolver" which
I consider one of the finest prog-gems of all times but I think It would
be difficult for any die-hard fan of the band to listen to a Flower Kings
album every year. And the last ones are even double..
Anyway,
"The Rainmaker" is a good album: the long "Last Minute On
Earth" reminds me just "Space Revolver" era with a solid
and melodic guitar riff and "World Without A Heart" is a sweet
ballad showing us the softer side of their music. Great.
Also
the title-track is one of my favourites thanks to a very floydish sound
and a good refrain.
All
in all another good FK album but I sincerely hoped in a much longer step
they couldn't make.