FERRIS MUDD
FERRIS MUDD (2006)

U.S.A.
GENRE: SYMPHONIC PROG
LABEL: INDEPENDENT
WEBSITE: FM official
REVIEWED: 2007 MAY 30TH
RATING: 70/100
 

 

Il trio americano (da Enterprise - Alabama) Ferris Mudd si affaccia timidamente sul mercato progressivo con questo omonimo disco autoprodotto che esibisce un rock sinfonico melodico e con tendenze "spacey" simile a quanto prodotto da altre band contemporanee minori come Root, i Solar Project e Pineapple Thief e con tutti i difetti del caso, essenzialmente riconducibili ad una evidente mancanza di originalità. L'impalcatura del disco è costruita soprattutto attorno alle trame chitarristiche gilmouriane di Steve Richard.
Sin dal primo brano "Time To Fly" appare evidente l'impostazione molto melodica della loro musica, ottenuta grazie all'utilizzo di una delicata chitarra arpeggiata semplice ed asciutta, sorretta da un tappeto di tastiere e dai numerosi inserti di chitarra solista. Purtroppo si nota subito anche una registrazione poco brillante e la voce un po' stentata del leader (nonché chitarrista) Steve Richard. Sullo stesso tenore un po' dimesso è anche la successiva "The Move" e devo ammettere che come inizio non è esattamente dei più convincenti. Ma poi il disco cresce, già con l'ottima "Over Your Head" che vede aumentare il tasso di "spazialità" in perfetto stile Pink Floyd e che sarà il punto di riferimento principale anche nei brani successivi. L'ottimo assolo di chitarra in "Anyway" non può infatti che essere avvicinato all'inconfondibile stile di David Gilmour, mentre più ritmato e movimentato è quello contenuto nella successiva "Unrapped".
I più esigenti, che solitamente aborrono copie carbone di quanto già proposto in passato, avranno già fatto più di una smorfia: a discolpa del gruppo, io sottolinerei che l'originalità all'esordio discografico non è cosi' importante come il saper scrivere musica ed i Ferris Mudd ci hanno dimostrato di saperlo fare. Piuttosto si dovrebbero evitare episodi come "Call It Your Own", brano a mio parere troppo pop-oriented e salvato in corner solo dal solito bell'assolo di chitarra conclusivo. Fortunatamente la deliziosa "You're Alone" chiude molto bene il disco con il suo incipit acustico e rilassato ed un finale in buon crescendo strumentale.
Nel complesso si può parlare di esordio ampiamente sufficiente, anzi quasi discreto, che evidenzia le ottime potenzialità compositive ed esecutive del gruppo statunitense. Per adesso può bastare, almeno a me.
INTRODUCTION
Ferris Mudd is a US three-piece from Enterprise (Alabama) who comes out with this eponymous self-produced album.
SOUNDS LIKE ...
Symphonic rock with deep "spacey" tendencies. Pink Floyd, Root, Solar Project and Pineapple Thief are only some comparisons.
POINTS OF INTEREST
The songwriting satisfies me a lot especially from the third track on. The leading instrument is certainly Steve Richard's guitar. He does a very good job and he's clearly inspired by Gilmour's teachings.
WEAK POINTS
Steve's voice and the overall recording quality are not so brilliant. Sometimes they should avoid some poppy temptations (see "Call It Your Own").
FAVOURITE TRACKS
"Over Your Head"
"Anyway"
"Unrapped"
"You're Alone"
RECOMMENDATION
Ferris Mudd's debut album is not the triumph of originality and unique sound but I think it's not so important as first step. They gifted us a couple of very good tracks, showing a quite good songwriting potential and that's really enough for me.

Luca Alberici

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