- Il trio americano (da
Enterprise - Alabama) Ferris Mudd si affaccia timidamente sul mercato progressivo
con questo omonimo disco autoprodotto che esibisce un rock sinfonico melodico
e con tendenze "spacey" simile a quanto prodotto da altre band
contemporanee minori come Root, i Solar Project e Pineapple Thief e con
tutti i difetti del caso, essenzialmente riconducibili ad una evidente mancanza
di originalità. L'impalcatura del disco è costruita soprattutto
attorno alle trame chitarristiche gilmouriane di Steve Richard.
Sin dal primo brano "Time To Fly" appare evidente l'impostazione
molto melodica della loro musica, ottenuta grazie all'utilizzo di una delicata
chitarra arpeggiata semplice ed asciutta, sorretta da un tappeto di tastiere
e dai numerosi inserti di chitarra solista. Purtroppo si nota subito anche
una registrazione poco brillante e la voce un po' stentata del leader (nonché
chitarrista) Steve Richard. Sullo stesso tenore un po' dimesso è
anche la successiva "The Move" e devo ammettere che come inizio
non è esattamente dei più convincenti. Ma poi il disco cresce,
già con l'ottima "Over Your Head" che vede aumentare il
tasso di "spazialità" in perfetto stile Pink Floyd e che
sarà il punto di riferimento principale anche nei brani successivi.
L'ottimo assolo di chitarra in "Anyway" non può infatti
che essere avvicinato all'inconfondibile stile di David Gilmour, mentre
più ritmato e movimentato è quello contenuto nella successiva
"Unrapped".
I più esigenti, che solitamente aborrono copie carbone di quanto
già proposto in passato, avranno già fatto più di una
smorfia: a discolpa del gruppo, io sottolinerei che l'originalità
all'esordio discografico non è cosi' importante come il saper scrivere
musica ed i Ferris Mudd ci hanno dimostrato di saperlo fare. Piuttosto si
dovrebbero evitare episodi come "Call It Your Own", brano a mio
parere troppo pop-oriented e salvato in corner solo dal solito bell'assolo
di chitarra conclusivo. Fortunatamente la deliziosa "You're Alone"
chiude molto bene il disco con il suo incipit acustico e rilassato ed un
finale in buon crescendo strumentale.
Nel complesso si può parlare di esordio ampiamente sufficiente, anzi
quasi discreto, che evidenzia le ottime potenzialità compositive
ed esecutive del gruppo statunitense. Per adesso può bastare, almeno
a me.
Ferris Mudd
is a US three-piece from Enterprise (Alabama) who comes out with this
eponymous self-produced album. |
Symphonic
rock with deep "spacey" tendencies. Pink Floyd, Root, Solar
Project and Pineapple Thief are only some comparisons. |
The songwriting
satisfies me a lot especially from the third track on. The leading instrument
is certainly Steve Richard's guitar. He does a very good job and he's
clearly inspired by Gilmour's teachings. |
Steve's
voice and the overall recording quality are not so brilliant. Sometimes
they should avoid some poppy temptations (see "Call It Your Own"). |
"Over
Your Head"
"Anyway"
"Unrapped"
"You're Alone" |
Ferris Mudd's
debut album is not the triumph of originality and unique sound but I think
it's not so important as first step. They gifted us a couple of very good
tracks, showing a quite good songwriting potential and that's really enough
for me. |
Luca
Alberici
Have
you a different point of view? Please write
me !!!