damian wilson - disciple


Ci sono album che si acquistano a scatola chiusa solo perché vi sono coinvolti personaggi già apprezzati in precedenza e che garantiscono un prodotto di qualità. E’ stato così per questo nuovo album solista di Damian Wilson (ex Landmarq, Threshold e Ayreon) che, soprattutto durante la sua militanza nei Landmarq, avevo eletto come cantante ideale nel contesto neo progressive. Parlando della sua voce ricordo di aver usato per la prima volta l’aggettivo "teatrale", per descrivere la sua innata capacità di interpretare la canzone, di viverla e di raccontarla con la sensibilità ed il coinvolgimento di un attore di teatro.
"Disciple" è un doppio cd della durata complessiva di circa 60 minuti (non ne bastava uno solo ?!!?) e ci conferma in pieno il taglio netto con il passato: ascoltare le note dolci e tranquille dell’iniziale omonimo brano e ripensare a quando Damian cantava in una prog-metal band come i Threshold fa una certa impressione. Il feeling è molto acustico ed i toni sono quasi sempre pacati e d’atmosfera anche per la costante presenza dell’orchestra in sottofondo. Ma a tutto c'è una spiegazione: in questo album Damian dialoga con i suoi due figli e parla loro della vita e del futuro che li attende. Piuttosto ciò che manca è proprio qualche grammo di sostanza in più , di contenuti musicali che consentirebbero al disco di essere gustato allo stesso modo anche dopo numerosi ascolti: è quindi la splendida voce di Damian la vera protagonista, l’elemento attivo in ogni brano, mentre il contesto musicale sembra assumere un ruolo secondario e marginale.
Ascoltate "Just The Way It Goes", "What A Man Can Dream" o "Never Close The Door", piccole storie raccontate a bassa voce. Superlativa e molto dolce "Grow Old With Me", magistrale rivisitazione dell'ultima canzone che John Lennon scrisse prima di morire.
Long Live Damian !!!


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Luca Alberici