DAIMONJI
IMPROG (2003)

JAPAN
GENRE: PROG-JAZZ
LABEL: Poseidon
WEBSITE:
REVIEWED: 2004 MARCH 19TH
RATING: 65/100
 

 

Proprio bizzarri questi giapponesi: campioni nell'annoiarci con sterili fotocopie di ciò che proviene da Occidente, ma anche capaci di stupirci con realizzazioni tanto insolite quanto interessanti e dove l'abilità esecutiva della maggior parte di loro si trova abbondantemente sopra la media. I Daimonji sono un trio di musicisti incredibilmente bravi ed altrettanto pazzi da concepire questo album d'esordio, inciso per la Poseidon (braccio a mandorla della Musea) dove coniugano proprio la perizia tecnica di cui sono abbondantemente dotati con la stravaganza delle loro composizioni. Il titolo dell'album "Improg" è l'eloquente anticipatore di ciò che solo un ascoltatore maturo ed evoluto avrà il coraggio di assaporare, ovvero un cocktail di improvvisazione pura a cui vanno aggiunte le sottobranchie più indigeste e rivoluzionarie del rock progressivo come il R.I.O, lo Zeuhl ed il rock psichedelico d'avanguardia. Ciò che può sembrare un'accozzaglia di suoni, gargarismi, deliri e metrica anarchica, in realtà si dimostra un'esperienza d'ascolto non priva di fascino. Il disco si compone di quattro lunghi brani, per un totale di quasi 80 minuti di musica ostica, funanbolica, dinamica e piena di pathos. Da sottolineare certamente la prova del percussionista Tatsuya Yoshida, che si cimenta per tutto l'arco del disco in un continuo ed estenuante assolo con pochissime pause per rifiatare. Impressionante !! L'unica pecca è data dall'eccessiva lunghezza dell'album.
Siamo lontani anni luce dalla semplicità e linearità musicale e mi sembra giusto farlo notare. Per veri appassionati delle nicchie musicali citate sopra….
Japanese music scene is really bizarre: sometimes it offers faded photocopies of everything coming from the West but it's also capable to amaze us with so unusual as really interesting efforts. Daimonji is just a three-piece coming from Japan who released a debut album called "Improg" under Poseidon records. The title of the album lets us understand what kind of complex music they play, that is an amazing cocktail made of improvisation, R.I.O., Zeuhl and avantgarde psychedelic sounds. There are four long tracks (maybe too long, in my opinion) very difficult to listen to, funambolic, dynamic and full of positive pathos. It has been an interesting experience to my ears even if I needed some time to tune them at the same level. I also would like to underline the incredible skilled performance of drummer Tatsuya Yoshida who play his drums as a 75 minutes longlasting solo with only few breaks to breathe.
Overall, "Improg" is so far from the easy-listening music. For great fans of the above mentioned genres.

Luca Alberici

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