CLEPSYDRA - ALONE (2002)

SWITZERLAND
GENRE: PROG
LABEL: SELF
WEBSITE: official site
REVIEWED: 2003 APRIL 19TH
RATING: 80/100

 

 

Nel corso della loro quindicinale carriera, i Clepsydra sono sempre rimasti fedeli al neo-prog romantico, partorendo album via via sempre più convincenti e maturi. La loro terza fatica, "Fears" uscita nel 1997, si è dimostrato l'album della consacrazione definitiva, che li ha imposti come realtà europea di prima fascia del suddetto genere.
Detto questo, "Alone" non poteva che porsi come obiettivo quello di confermare la bontà della precedente consacrazione e, se possibile, quello di compiere un ulteriore passo avanti.
Benché la mia reazione dopo i primi assaggi di una nuova uscita della band svizzera non sia mai stata di facile entusiasmo (e, per la cronaca, successe anche con "Fears") mi è sempre stato bastato un ascolto un po' più approfondito per innamorarmi dei loro lavori. Ed è facile spiegarne il motivo: i Clepsydra non amano stupire e preferiscono rimanere ancorati sempre alla stessa formula, molto confortevole e che conoscono a memoria, per cui i loro dischi si assomigliano molto, forse troppo.
Insomma, per "Alone" stessa storia: qualche dubbio iniziale e poi è andato dritto nel mio cuore centrando con agilità l'obiettivo della conferma proprio grazie alla presenza di brani ispirati (ben 13 tracce) collegati tra loro sotto forma di concept. E' un disco contenutisitcamente più ambizioso ed è impregnato del "solito" neo-prog romantico-malinconico a forte inclinazione melodica dove viene concesso ampio spazio alle cristalline aperture tastieristiche ed alle fughe chitarristiche di rotheriana memoria del bravissimo Marco Cerulli (ormai dimissionario, per la cronaca). Tuttavia manca il vero passo avanti, manca la definitiva maturazione che li avrebbe catapultati al di sopra della definizione di band per pochi intimi ed ho quasi la sensazione che la band preferisca vivacchiare (seppur sempre con buoni risultati) su una formula ormai ben consolidata ma che dopo 10 anni di carriera comincia a diventare ripetitiva. Pur non avendo riscontrato la presenza di alcun brano da buttare non vi nascondo che verso i 3/4 di album vengo sopraffatto da una certa stanchezza.
Mettiamola così: chi ha amato "Fears" non rimarrà certamente deluso da ciò che "Alone" è capace di offrire mentre gli amanti del rischio e delle esplorazioni sonore non avevano mai posto i Clepsydra in cima alle loro preferenze progressive e certamente non cominceranno adesso.
Fifteen years have gone, only four albums released and an evergreen love for neo-progressive rock. This is Clepsydra world. As I wrote in the review of their third album "Fears", they reached a complete maturity with this album
The new "Alone" had to confirm the maturity (and it has) but also make a step ahead (unfortunately it doesn't).
I like "Alone" very much, so don't misunderstand my words. It's lyrically more ambitious, because it's a concept album made of 13 tracks linked themselves. It's even better from the musical point of view but it's always the same Clepsydra album. Aluisio and company know very well how to write a neo-prog album, nevertheless they should try to explore new lands to give freshness to their music.
Overall as I said before, "Alone" lacks of the step ahead but it's a really enjoyable album deserving your right attenction.

Luca Alberici