Penso sia inutile tediarvi
con la descrizione delle enormi aspettative che ripongo su ogni uscita discografica
dei Camel e della grande felicità con cui di solito accolgo l’evento. E
quindi non lo farò !
La colpa principale
è proprio dei Camel stessi che, da quando è iniziata la loro nuova avventura
americana, se la prendono comoda uscendo con cadenza triennale e costringendo
i fans più accaniti ad una snervante attesa. Ma ho imparato che il trucco
per sopravvivere sta più nel saper aspettare che nell’ accontentarsi di
uno zuccherino ogni tanto, come è successo l’anno scorso con "The Paris..",
un reportage della loro ultima tournee mondiale che a suo tempo giudicai
troppo poco esauriente (sono proprio queste operazioni poco esaurienti che
favoriscono il proliferare dei bootleg....).
Ma eccolo finalmente
"A Nod and A Wink": un album che non è stato concepito per stupire
o per prendere di sorpresa, ma neanche per stravolgere il concetto di musica
che i Camel hanno maturato nel corso degli anni e che li ha portati nel
2002, a soffiare sulla bellezza di trenta candeline.
Diciamolo pure: se
"Rajaz" dava un taglio più netto se confrontato con "Harbour
Of Tears", ANAW è un album che si distingue meno da quelli precedenti,
è più compilativo ed autocelebrativo (ci può stare nell’anno del trentesimo
anno di attività) ma se Rajaz concentrava tutta la sua bellezza all'interno
di 3-4 brani , nod è più omogeneamente attraente e gli spunti migliori sono
più equamente distribuiti.
Le prime sublimi note
della lunga title-track che apre il cd evidenziano subito il ruolo predominante
che il flauto rivestirà lungo tutto l’arco del disco. Si tratta di un brano
lungo ed abbastanza articolato che sa di lavanda francese, un profumo inebriante
e delizioso ma anche ben conosciuto da chi, come me, ascolta i Camel da
decenni; si rimane deliziati ma non si può fare a meno di notare numerose
autocitazioni dal sapore The Snow Goose e quelle ancora più palesi che riportano
alla mente il loro materiale più recente, soprattutto quello contenuto in
"Harbour of Tears".
Il flauto gioca sicuramente
un ruolo determinante: "The Miller's Tale" e "Squigely Fair"
hanno proprio il sinfonismo e gli stacchi strumentali molto folky di HOT,
sono due brani entusiasmanti e soprattutto il secondo raggiunge livelli
qualitativi così alti che a conti fatti va considerato il momento più ispirato
dell’album.
E poi c’è l’intima
e delicata "A Boy’s Life" e la conclusiva "For Today",
ispirata ai tragici fatti dello scorso 11 settembre, che è un crescendo
di emozioni trasmesse dalla chitarra molto floydiana (soprattutto all’inizio)
di Latimer. Per non dimenticare.... soprattutto.
Insomma, non posso
dire di essere stato folgorato da uno dei tanti fulmini di questa pazza
estate 2002 (meteorologicamente parlando), perché "ANAAW" è esattamente
ciò che mi aspettavo dai Camel in fatto di qualità ma anche di contenuto.
Nessuno in questo momento ha la capacità di fondere folk, prog e chitarra
blues come sanno fare i Camel...forse perché nessuno ha un leader che si
chiama Andrew Latimer.
Se nel 1999 c’era "Rajaz"
ad aver prenotato la medaglia d’oro come miglior prog release, nel 2002
c’è "A Nod And A Wink". Gli altri dietro.
Simple Pleasure ......
I don’t want to bother you
describing my feelings every time a new Camel album come out. You only must
know that I consider every new Camel release as the most important thing
of that year from the musical point of view.
That’s
even because in the last 10 years Camel came out with 3 studio releases
only and few bands can afford a rhythm so slow.
Yes, last year the band provided
to keep our faith alive with "The Paris Collection" even if I
disagreed with their bad choice to include not the entire set . Everybody
who attended those wonderful gigs know what I mean....
Anyway, after 3 years of studio
silence and fans patience "A Nod And A Wink" is here, at last.
The opening title track immediately
shows how much the flute will be strongly played in this album. In every
note there is the well known Camel sound. There’s nothing you’ ve never
listened before, ‘cause it’s not an album you didn’t expect from Camel,
it’s very close to Harbour Of Tears in my opinion (much closer than to "Rajaz")
due to the deep folk orientation.
My
favourite track is certainly "Squigely Fair": from start to end,
this song is a machine of growing emotions. Nobody ‘s able to mix folk,
prog and a bluesing guitar as Camel can do.. probably because nobody has
a musician like Andrew Latimer.
It was 1999 when Rajaz came
out and booked the gold medal as the best prog release: this year there’s
"A Nod And A Wink".....the others behind. Simple pleasure .....