- I Blue Drift sono una
formazione triangolare inglese originaria di Salisbury, tappa obbligata
per chiunque intenda visitare il vicino sito archeologico di Stonehenge.
Il gruppo è costituito dai fratelli John e Dave Lodder (basso e chitarre/tastiere)
e dal batterista Arch, gli ultimi due conosciuti anche per la loro breve
militanza nel gruppo folk The Morrigan.
"Mariner" è il secondo disco del trio inglese e si compone
di cinque ottime composizioni strumentali, mediamente più lunghe
ed elaborate delle otto del precedente "Cobal Coast". Ma devo
dire che la caratteristica che continua ad accomunarli è la sapiente
capacità con cui riescono a scomodare ed amalgamare una grande varietà
di stili e di sottobranchie del rock progressivo oltre che la qualità
delle trame strumentali ed un'ottima tecnica esecutiva.
"Flight Of Doom" e "Nuclear Train" rappresentano l'aspetto
più intricato e sofisticato del loro eclettismo, fatto di chitarre
che certamente non accarezzano e che disegnano trame abbastanza intricate
dal sapore vagamente psichedelico.
Con "Deep Space" si cambia registro ed il titolo di questa traccia
descrive molto bene il suo contenuto musicale, fatto di un delicato space
rock atmosferico di alta scuola che lascia ampio spazio di azione alle tastiere
di John Lodder. Quindi, un brano molto a sé stante, abbastanza avulso
dal contesto generale proprio perché l'unico dei cinque in cui il
gruppo si concentra interamente su una cosmicità quasi tedesca.
Con "Digging For Chance", invece, i tre dimostrano di trovarsi
a proprio agio anche in ambito jazz-fusion: il brano è ricco di riferimenti
"cameliani", soprattutto nella parte centrale più meditativa,
dove il mai banale percussionismo di Arch ed il pianoforte jazz disegnano
un bellissimo scenario su cui agisce la chitarra solista di Dave Lodder.
Infine, la lunga "The Mariner" tira le somme di tutta l'abbondante
carne messa sul fuoco nei brani precedenti ma nello stesso tempo amplifica,
a mio parere, l'unico difetto che addebiterei al gruppo, cioè quello
talvolta di esagerare un po' troppo in divagazioni e dilatazioni spesso
inutili.
Chi ritiene (a torto, secondo me) che i dischi prog strumentali siano noiosi
e ripetitivi, dovrebbe ascoltare con molta attenzione "Mariner"
dei Blue Drift e sono convinto che comincerebbe a ricredersi, poiché
in esso la tensione emotiva e l'inventiva non calano mai e, con loro, anche
la ricerca del giusto compromesso tra fruibilità e spessore che lo
rende un disco adatto ad una buona fetta di appassionati.
Per me è stata una delle scoperte più soddisfacenti e, visto
che ci siamo quasi con i bilanci, una delle migliori uscite del 2005. Umilmente
garantisco !!
- Blue Drift is a british
band coming from Salisbury, a required stop if you want to visit the wonderful
Stonehenge ruins. The three members are John and Dave Lodder's brothers
(bass and guitars/keys) and drummer Arch; Dave and Arch are also known as
musicians involved in the folk band The Morrigan a couple of years ago.
The matter of this review is their second album called "Mariner":
it features five excellent instrumental songs, more or less in the same
vein of the eight contained in the previous album "Cobalt Coast"
released in 2003.
The three guys know so well how to conceive and play a progressive rock
album, in my opinion, and they also succeed in mixing together different
progressive sub-styles. "Flight Of Doom" and "Nuclear Train"
are the most tangled sides of their music and also the most psychedelic
side where lead guitar lines are quite complex. A really good starting !
"Deep Space" (the title clearly speaks !!) is a refined and high-class
space rock song. An enchanting piece of music.
"Digging For Chance" is here to show that Blue Drift can find
at its ease also with jazz and fusion : here I found several relationships
with Camel style (though not only here) and an exciting drumming by Arch.
"The Mariner" is a synthesis of all previously listened, featuring
some good moments, but overall I preferred their shorter songs.
Do you hate instrumental albums ? I think you should check "Mariner"
out and I'm sure you could change your mind. Both clever compositions and
skilled executions live together here.
Among my favourites, this year.
Luca
Alberici
Have
you a different point of view? Please write
me !!!