BLUE DRIFT
MARINER (2005)

UK
GENRE: PROG
LABEL: INDEPENDENT
WEBSITE: BD official
REVIEWED: 2005 AUGUST 20TH
RATING: 85/100

 

I Blue Drift sono una formazione triangolare inglese originaria di Salisbury, tappa obbligata per chiunque intenda visitare il vicino sito archeologico di Stonehenge.
Il gruppo è costituito dai fratelli John e Dave Lodder (basso e chitarre/tastiere) e dal batterista Arch, gli ultimi due conosciuti anche per la loro breve militanza nel gruppo folk The Morrigan.
"Mariner" è il secondo disco del trio inglese e si compone di cinque ottime composizioni strumentali, mediamente più lunghe ed elaborate delle otto del precedente "Cobal Coast". Ma devo dire che la caratteristica che continua ad accomunarli è la sapiente capacità con cui riescono a scomodare ed amalgamare una grande varietà di stili e di sottobranchie del rock progressivo oltre che la qualità delle trame strumentali ed un'ottima tecnica esecutiva.
"Flight Of Doom" e "Nuclear Train" rappresentano l'aspetto più intricato e sofisticato del loro eclettismo, fatto di chitarre che certamente non accarezzano e che disegnano trame abbastanza intricate dal sapore vagamente psichedelico.
Con "Deep Space" si cambia registro ed il titolo di questa traccia descrive molto bene il suo contenuto musicale, fatto di un delicato space rock atmosferico di alta scuola che lascia ampio spazio di azione alle tastiere di John Lodder. Quindi, un brano molto a sé stante, abbastanza avulso dal contesto generale proprio perché l'unico dei cinque in cui il gruppo si concentra interamente su una cosmicità quasi tedesca.
Con "Digging For Chance", invece, i tre dimostrano di trovarsi a proprio agio anche in ambito jazz-fusion: il brano è ricco di riferimenti "cameliani", soprattutto nella parte centrale più meditativa, dove il mai banale percussionismo di Arch ed il pianoforte jazz disegnano un bellissimo scenario su cui agisce la chitarra solista di Dave Lodder.
Infine, la lunga "The Mariner" tira le somme di tutta l'abbondante carne messa sul fuoco nei brani precedenti ma nello stesso tempo amplifica, a mio parere, l'unico difetto che addebiterei al gruppo, cioè quello talvolta di esagerare un po' troppo in divagazioni e dilatazioni spesso inutili.
Chi ritiene (a torto, secondo me) che i dischi prog strumentali siano noiosi e ripetitivi, dovrebbe ascoltare con molta attenzione "Mariner" dei Blue Drift e sono convinto che comincerebbe a ricredersi, poiché in esso la tensione emotiva e l'inventiva non calano mai e, con loro, anche la ricerca del giusto compromesso tra fruibilità e spessore che lo rende un disco adatto ad una buona fetta di appassionati.
Per me è stata una delle scoperte più soddisfacenti e, visto che ci siamo quasi con i bilanci, una delle migliori uscite del 2005. Umilmente garantisco !!
Blue Drift is a british band coming from Salisbury, a required stop if you want to visit the wonderful Stonehenge ruins. The three members are John and Dave Lodder's brothers (bass and guitars/keys) and drummer Arch; Dave and Arch are also known as musicians involved in the folk band The Morrigan a couple of years ago.
The matter of this review is their second album called "Mariner": it features five excellent instrumental songs, more or less in the same vein of the eight contained in the previous album "Cobalt Coast" released in 2003.
The three guys know so well how to conceive and play a progressive rock album, in my opinion, and they also succeed in mixing together different progressive sub-styles. "Flight Of Doom" and "Nuclear Train" are the most tangled sides of their music and also the most psychedelic side where lead guitar lines are quite complex. A really good starting !
"Deep Space" (the title clearly speaks !!) is a refined and high-class space rock song. An enchanting piece of music.
"Digging For Chance" is here to show that Blue Drift can find at its ease also with jazz and fusion : here I found several relationships with Camel style (though not only here) and an exciting drumming by Arch.
"The Mariner" is a synthesis of all previously listened, featuring some good moments, but overall I preferred their shorter songs.
Do you hate instrumental albums ? I think you should check "Mariner" out and I'm sure you could change your mind. Both clever compositions and skilled executions live together here.
Among my favourites, this year.

Luca Alberici

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