- Inutile ricordare che non è mai cosa buona e giusta attendere con eccessiva ansia ed aspettative il successore di un disco che ha saputo rapirti il cuore con un’autentica prova di forza e di qualità compositiva. Ma che ci posso fare se gli svedesi Black Bonzo sono riusciti a debuttare nel 2004 con un disco che definire straripante ed emozionante significa non esagerare ed, anzi, mantenere un giusto equilibrio e ponderazione di giudizio ?
A distanza di tre anni siamo alla resa dei conti: è uscito “Sound Of the Apocalypse”, racchiuso in un elegante digi-pack e distribuito attraverso canali più potenti e capillari, ad ulteriore conferma del clamore ed interesse suscitato dal disco di esordio.
Delusione ? Assolutamente no. Diciamo che manca solo l’effetto novità: il disco ha lo stesso spirito dell’esordio, la stessa attitudine al vecchio hard-rock anni settanta a briglie sciolte, con il solito Hammond ad attenuare e contemporaneamente a riscaldare la ruvidità delle chitarre. Si nota sicuramente più cura ed attenzione ai bilanciamenti in fase di produzione ma senza eccessiva perdita di spontaneità e del cosiddetto “effetto presa diretta” che dischi come questo devono possedere.
C’è tutto ed al posto giusto: lo splendido timbro vocale di Magnos Lindgreen si conferma una delle luci guida del disco insieme all’onnipresente Hammond suonato da Nicklas Ahlund. I brani tendono ad essere più lunghi e dall’archittettura più elaborata ma continuano a vivere di una luce propria, sebbene forse un po’ meno abbagliante di prima.
Non entro nel dettaglio, buttatevi in questo fiume in piena e lasciatevi trasportare fino a valle perché c’è da emozionarsi e, soprattutto, non chiedetemi quale dei due dischi preferisco perché mi rifugerei nella solita frase fatta “il primo amore è il più intenso e non si scorda mai”. Consigliato !!
- COMING SOON
Luca
Alberici
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