BIG BIG TRAIN
BARD (2002)

UNITED KINGDOM
GENRE: PROG
LABEL: TREEFROG
WEBSITE:  OFFICIAL BIG BIG TRAIN
REVIEWED: 2002 MARCH 21TH
RATING: 65/100
 
Confesso che non mi era mai capitato di sentire di una band che alla vigilia dell’uscita del nuovo album annunciasse il possibile ed imminente scioglimento. Ma è proprio il caso dei britannici Big Big Train che, dopo aver raggiunto con "Bard" il quarto album e sconfortati dalle vendite dei precedenti lavori, avrebbero (il condizionale è d’obbligo) deciso di chiudere i battenti. Ho anche malignamente pensato che si trattasse di una mossa pubblicitaria per suscitare compassione ed aumentare le vendite, ma non penso che i prog fans siano così stupidi da cadere in un così banale tranello. Piuttosto, considerando l’estrema difficoltà ad emergere, preferisco immaginare che sia tutto drammaticamente verosimile.
Ma parliamo dell’album: si capisce subito che sono inglesi perché suonano un prog molto quadrato, pacato ed intimistico nei toni che mi ricorda le tipiche giornate londinesi grigie e piovose. Ascoltando il brano iniziale "The Last English King" mi è venuto naturale accostare i BBT ai Porcupine Tree più acustici ma soprattutto ai Mostly Autumn con i quali hanno in comune, oltre alla nazionalità, anche un approccio manieristico alla musica. L’album nel suo complesso non è malvagio ed il songwriting, quasi interamente a carico di Gregory Spawton (che suona anche chitarra e tastiere), vive di momenti buoni ed altri molto meno buoni: nella sua globalità niente di veramente eccitante. A volte mi sembra che non sappiano dove sbattere la testa perché buona parte delle canzoni non si completano, rimangono come in sospeso e mancano di varietà.
Fra gli episodi più brillanti segnalo la già menzionata "The Last English King", la successiva "Broken English" (il vero highlight dell’album) "Blacksmithing" e "For Winter".
Vi sono comunque due ragioni fondamentali per cui i BBT non dovrebbero sciogliersi: 1) Solo una band con ampi margini di miglioramento è in grado di concepire brani come "Broken English" e "Blacksmithing". 2) Ho sempre considerato il progressive rock come un lungo ed eccitante viaggio, fatto di panorami coloratissimi e di luoghi meravigliosi da visitare. Come facciamo a viaggiare senza un Big Big Train ?
Dategli un ascolto.
A brand new album and an uncertain future for english progressive band Big Big Train (that’s I read from BBT official site).
"Bard"is my first experience with the band (I had only read a very good review of "Goodbye To The Age Of Steam") and is a  very strange album: sometimes dark and quiet, it sounds very english to my ears and similar to Mostly Autumn stuff.
Most of the songs reminded me typical London damp and rainy days. I liked very much "The Last English King", "Broken English" and "For Winter" which are certainly my favourites. It's not easy listening, it's full of dark and hidden corners to discover and I think it may  grow inside of you after 3-4 listenings, no less.
I think there are mainly two reasons why they shouldn’t split up: 1) Only a band with a bright future to come could write  little gems like "Broken English" and "Blacksmithing" 2) I’ve always considered progressive rock as a long trip, full of multicoloured landscapes and beautiful places to find. Come on guys: we need a "big big train" to travel with.
Give them a try.

Luca Alberici