Confesso che non mi
era mai capitato di sentire di una band che alla vigilia dell’uscita del
nuovo album annunciasse il possibile ed imminente scioglimento. Ma è proprio
il caso dei britannici Big Big Train che, dopo aver raggiunto con "Bard"
il quarto album e sconfortati dalle vendite dei precedenti lavori, avrebbero
(il condizionale è d’obbligo) deciso di chiudere i battenti. Ho anche malignamente
pensato che si trattasse di una mossa pubblicitaria per suscitare compassione
ed aumentare le vendite, ma non penso che i prog fans siano così stupidi
da cadere in un così banale tranello. Piuttosto, considerando l’estrema
difficoltà ad emergere, preferisco immaginare che sia tutto drammaticamente
verosimile.
Ma parliamo dell’album:
si capisce subito che sono inglesi perché suonano un prog molto quadrato,
pacato ed intimistico nei toni che mi ricorda le tipiche giornate londinesi
grigie e piovose. Ascoltando il brano iniziale "The Last English King"
mi è venuto naturale accostare i BBT ai Porcupine Tree più acustici ma soprattutto
ai Mostly Autumn con i quali hanno in comune, oltre alla nazionalità, anche
un approccio manieristico alla musica. L’album nel suo complesso non è malvagio
ed il songwriting, quasi interamente a carico di Gregory Spawton (che suona
anche chitarra e tastiere), vive di momenti buoni ed altri molto meno buoni:
nella sua globalità niente di veramente eccitante. A volte mi sembra che
non sappiano dove sbattere la testa perché buona parte delle canzoni non
si completano, rimangono come in sospeso e mancano di varietà.
Fra gli episodi più
brillanti segnalo la già menzionata "The Last English King", la
successiva "Broken English" (il vero highlight dell’album) "Blacksmithing"
e "For Winter".
Vi sono comunque due
ragioni fondamentali per cui i BBT non dovrebbero sciogliersi: 1) Solo una
band con ampi margini di miglioramento è in grado di concepire brani come
"Broken English" e "Blacksmithing". 2) Ho sempre considerato
il progressive rock come un lungo ed eccitante viaggio, fatto di panorami
coloratissimi e di luoghi meravigliosi da visitare. Come facciamo a viaggiare
senza un Big Big Train ?
Dategli un ascolto.
A
brand new album and an uncertain future for english progressive band Big
Big Train (that’s I read from BBT official site).
"Bard"is
my first experience with the band (I had only read a very good review of
"Goodbye To The Age Of Steam") and is a very strange album:
sometimes dark and quiet, it sounds very english to my ears and similar
to Mostly Autumn stuff.
Most
of the songs reminded me typical London damp and rainy days. I liked very
much "The Last English King", "Broken English" and "For
Winter" which are certainly my favourites. It's not easy listening,
it's full of dark and hidden corners to discover and I think it may
grow inside of you after 3-4 listenings, no less.
I
think there are mainly two reasons why they shouldn’t split up: 1) Only
a band with a bright future to come could write little gems like "Broken
English" and "Blacksmithing" 2) I’ve always considered progressive
rock as a long trip, full of multicoloured landscapes and beautiful places
to find. Come on guys: we need a "big big train" to travel with.