- Lasciatosi alle spalle
il più pesante e sanguigno progetto Star One, il poliedrico musicista
olandese Arjen Anthony Lucassen ha riportato in vita la sua creatura progressiva,
gli Ayreon, timbrando il cartellino del settimo album. "The Human Equation"
segna una svolta perché interrompe la serie di concept album basati
sulla fantascienza, sui mondi sconosciuti e misteriosi per tuffarsi in una
dimensione in verità non meno misteriosa e probabilmente ancor più
inesplorata, quella del cervello umano. La storia si snoda lungo i venti
giorni di coma trascorsi da un uomo dopo un incidente automobilistico nel
corso dei quali rivive in terza persona e dall'inizio tutte le sue esperienze
di vita: la giovinezza, la scuola, i giochi, le ambizioni, l'amore, i traumi
fino al giorno del tragico incidente. Come già accaduto in occasione
dei suoi precedenti album, anche qui emerge la duplice veste di Arjen, profondo
amante del rock progressivo dalle titnte spaziali ed atmosferiche, ma altrettanto
avvezzo al metal più estremo. Quindi anche "The Human Equation"
porta in grembo queste due peculiarità facendole convivere nel rispetto
reciproco e con una leggera (e sempre benvenuta) precedenza all' aspetto
più progressivo.
E' un disco decisamente bello, sicuramente il migliore della discografia
targata Ayreon, il cui vero passo avanti è rappresentato dalla ricerca
di soluzioni sonore ancor più ambiziose che in passato: alla consueta
sezione ritmica robusta ed al lavoro di tastiere sempre in primo piano,
si aggiungono sonorità folk, alcuni episodi vicini al pop "sinfonico"
(un esempio è "Day Seven: Hope") e momenti acustici più
rilassati che favoriscono un ascolto fluido senza ostacoli da oltrepassare.
Ottima la selezione dei numerosi ospiti di cui Arjen si è circondato:
James LaBrie (Dream Theater), Eric Clayton (Saviour Machine), Heather Findlay
(Mostly Autumn) e Marcela Bovio sono quelli che hanno offerto la prestazione
a mio parere più convincente. Per amor di sintesi mi astengo da un'analisi
dettagliata dei venti brani ma mi preme almeno segnalare "Day Three:
Pain" e "Day Four: Mystery" che è la classica Ayreon
song contraddistinta da un incedere di chitarra e tastiere in abbondanza.
Molto sinfonica anche "Day Six: Childhood". Nel complesso il primo
cd è qualitativamente superiore al secondo.
Concludo consigliandovi caldamente l'edizione speciale dell'album, perché
nella confezione troverete anche uno dei Dvd più riusciti che abbia
visto nel recente passato. Un documentario dettagliatissimo sulla preparazione
dell'album, ricco di scene catturate durante le registrazioni sonore, la
preparazione del video di "Day Eleven: Love" ed i momenti di pausa
e relax. Tutto sotto la regia di un frizzante e simpaticissimo Arjen. Assolutamente
superflua la mia raccomandazione.
- Left behind the heavier
Star One project, the dutch multistrumentist Arjen Anthony Lucassen revived
his progressive creature Ayreon coming out with the seventh (and double)
album. "The Human Equation" is a turning point because it's not
a concept album based on fantasy and unknown worlds as in the previous works,
but based on the not less unknown and misterious dimension of human brain.
The story is about a twenty days coma spent by a man after a tragic car
accident. During these twenty days (as the number of tracks) he lives again
all his past experiences from childhood until the accident day. From the
musical point of view it's really a beautiful album (maybe the best Ayreon
one even if only time will tell): the progressive vein and the typical hard
rock attitude of Arjen lives together here with a little (and always welcomed)
priority to the spacey and athmospheric progressive rock. But "The
Human Equation" has even something more: some folk tunes and some traces
of synphonic pop music (see "Day Seven: Hope"). So it sounds more
complete and ambitious. Among the various guests called by Arjen for the
project I must underline the impressive performance of James LaBrie (Dream
Theater), Eric Clayton (Saviour Machine), Heather Findlay (Mostly Autumn)
and Marcela Bovio.
I prefer the first disc that shows the best tracks in my opinion: "Day
Three: Pain", "Day Four: Mystery" and "Day Six: Childhood"
are only some fine examples.
Finally, I strongly recommend the special edition with a Dvd disc more.
It's one of my favourite bonus Dvd of the recent past, a so detailed document
of the recording process, featuring all the characters involved in the project.
Besides, you will find a really funny and likeable Arjen Anthony Lucassen.
Luca
Alberici
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