ARENA
PEPPER'S GHOST (2005)

UNITED KINGDOM
GENRE: PROG
LABEL: VERGLAS
WEBSITE: Official Arena
REVIEWED: 2005 JULY 10TH
RATING: 90/100

 

Nel corso dell'ultima decade, gli Arena delle superstar neoprogressive Clive Nolan e Mick Pointer hanno saputo crearsi una fama di tutto rispetto tra i fans del genere. Dieci anni di lavori sempre di ottima qualità (chi più chi meno) e contraddistinti da un'evoluzione stilistica che da un neo-prog di evidente ispirazione marillioniana degli inizi li ha condotti pian piano ad irrobustire maggiormente il loro suono lambendo sovente i confini del prog-metal con un tono però sempre molto sinfonico e pomposo.
"Pepper's Ghost" è il loro sesto album in studio che non sposta di una virgola quanto già mostrato nel passato recente, cioè se consideriamo solo i due album precedenti con Rob Sowden dietro al microfono. E' stilisticamente la sintesi perfetta del troppo statico "Immortal" e del più vario "Contagouis": nulla di nuovo quindi, se non il fatto che supera in bellezza i due dischi precedenti in virtù dell'ottima vena compositiva che sembra proprio non voler abbandonare la coppia Nolan/Pointer e che si traduce in sette composizioni tutte di buon livello con l'unica eccezione (ma solo se colpiti da un eccesso di pignoleria) di "The Shattered Room".
I momenti migliori sono comunque contenuti nel brano di apertura "Bedlam Fayre", un' introduzione dinamica del disco firmata dall'ottima chitarra graffiante di John Mitchell; "The Eyes Of Lara Moon" è il brano strutturalmente più semplice e di più facile assimilazione, caratterizzato da un hammond mai invadente in sottofondo su cui si inserisce un giro di chitarra prima acustica e poi elettrica di grande impatto, anche commerciale. Rob Sowden fa il resto con una delle sue interpretazioni migliori da quando è entrato nel gruppo.
Anche "Tantalus" e "Purgatory Road" sono due brani stupendi, possenti nel chitarrismo ed appassionanti nella melodia portante.
I tredici minuti della suite conclusiva "Opera Fanatica" meritano un discorso a parte: qui le atmosfere epiche ed iperpompose tipiche del marchio Arena trovano largo spazio in un intreccio non troppo complicato di melodie molto varie che raggiungono poi il loro apice nella consueta cavalcata finale. Peccato che il prologo e l'epilogo strumentale siano stati prelevati (e poi solo leggermente riadattati) dal tema portante della splendida "Crack In The Ice", brano di apertura di "The Visitor". Fortunatamente tra prologo ed epilogo c'è sostanza da vendere !!
Ancora una volta un disco che è garanzia di alta qualità, una proposta musicale che dopo dieci anni di carriera continua a dimostrarsi statica e senza grandi sbocchi ma lungi dall'annoiarmi.
In the last ten years, Arena's founders Clive Nolan and Mick Pointer released six pleasant studio albums, starting from a neo-prog style in Marillion vein and evolving towards a more epic prog, also going closer and closer to a progressive metal style.
"Pepper's Ghost" is their sixth and latest album keeping the same approach of the two previous works, that is the ones with Rob Sowden on vocals: it's a perfect crossing between the static "Immortal" and the more various "Contagion".
So, nothing new under the sun, except a better songwriting that consecrate this album as their best together with the debut album and "The Visitor".
Six clever compositions out of seven ( I consider "The Shattered Room" below the average): "Bedlam Fayre" is a dynamic opening signed by the great John Mitchell guitar lines. "The Eyes Of Lara Moon" is the simplest and easiest song from the structural point of view; the wonderful Hammond themes in the foreground, the appealing guitar riff (acoustic and electric) and a brilliant vocal performance are the winning points of this track.
Also "Tantalus" e "Purgatory Road" are great tracks with a powerful guitar playing and a passionating main themes in an epic way.
The final epic suite "Opera Fanatica" is the synthesis of the latest Arena attitude: epic and really pompous moods and the usual symphonic ride at the end. It's a pity that both the opening and closing melody is been cleary taken from the "Crack In The Ice" main theme.
Overall, high quality stuff, once more: after ten years, Arena's music continues to be quite static and lacking of fresh solutions, but it's so far to be boring.

Luca Alberici