- Giunti al quinto album
in studio, i brasiliani Apocalypse, sembrano ormai pronti a guidare la scena
neo-progressive verde-oro, confermandosi come una delle migliori espressioni
di questo genere.
"Refugio" ne è la limpida testimonianza: un lavoro finalmente
ben concepito, registrato ottimamente, equilibrato negli ingredienti e dall'ascolto
abbastanza piacevole dopo che, con la uscite precedenti, la critica aveva
loro giustamente appiccicato una poco gratificante etichetta di Marillion-clones.
L'amore per la band inglese è sempre vivo, ma affiora sempre più
raramente e comunque ora viene gestito con maggior maturità ed intelligenza
nonché sviluppato in maniera un po' più personale. Si inizia
alla grande con l'omonimo brano che è una delle migliori aperture
di un disco prog sinfoniche che abbia ascoltato negli ultimi anni. Poi se
nel complesso la musica vive di momenti più o meno sempre all'altezza,
tra atmosfere barocche, passaggi più intricati e complessi ed aperture
più ariose, ahimè la sezione vocale a carico di Chico Casara
non sempre è soddisfacente. "America do sul" e "Lembrancas
Eternas" per esempio sono brani musicalmente ben costruiti e mai avari
di buoni spunti, ma inesorabilmente ridimensionati da un ritornello fastidioso
e ripetuto all'esasperazione. Inoltre non sono mai stato un grande ammiratore
delle sfumature tipiche dei testi cantati in italiano od in sudamericano,
preferendo di gran lunga l'inglese come lingua ufficiale della musica in
genere. Le tastiere di Eloy Fritsch dominano il proscenio talvolta disegnando
trame più complicate, mentre in altri frammenti suonano più
lineari ed è proprio intorno al suo strumento che i brani prendono
forma. Molto belle soprattutto la strumentale "Toccata", "Amazònia"
e la conclusiva "III Milénio" che mostra una vena spaziale
inedita per il gruppo brasiliano.
Insomma un album che nel complesso convince, sebbene un po' discontinuo
e quindi sulla distanza dei suoi 64 minuti qualche sbadiglio potrebbe anche
scapparvi.
- "Refugio"
is the fifth studio album by the brazilian band Apocalypse and now they
seem ready to lead the new progressive scene of their country. This new
work is very well recorded, with all the ingredients wisely balanced, so
my listening has been quite satisfactory. Apocalypse's deep love for Marillion
goes on, even if less evident and managed with more maturity. The first
song is one of the most brilliant opening to a progressive record of the
the last few years: great keys, great drumming, synphonic prog at its best
!! Then, the stuff is more or less always good with some beautiful peaks
in "Toccata", "Amazònia" and "III Milénio",
the last showing a so unexpected as welcome spacey vein. Also "America
do sul" and "Lembrancas Eternas" are good songs from the
musical point of view, but much less from the vocal point of view. I don't
like Chico Casara's voice very much and - you already know - I don't like
the lirycs in latin languages (italian, southamerican, spanish) preferring
english as music official language. Instead, I like all the keyboards (italian,
english, brazilian…) if played by skilled musicians and Eloy Fritsch
is one of them for sure.
In short, a convincing work, though a little discontinuous.
Luca
Alberici
Have
you a different point of view? Please write
me !!!