AMBEON
FATE OF A DREAMER (2001)

HOLLAND
GENRE: PROG-METAL
LABEL: TRANSMISSION
WEBSITE
REVIEWED 2002 MARCH 20TH
RATING: 80/100
 

 

Ambient + Ayreon = Ambeon. E’ con questa semplice somma indicata sul retro del cd che viene sintetizzato il contenuto di questo nuovo progetto del multistrumentista A. Lucassen. In altre parole l’album dovrebbe possedere un sound alla Ayreon inserito in un contesto più ambient, che per me equivale ad atmosfere eteree e liquide con una decisa preponderanza strumentale. In effetti "Fate Of A Dreamer" è più atmosferico, morbido e contraddistinto da sonorità celtiche che a più riprese si materializzano ma non si discosta poi molto da quanto già ascoltato per esempio in "The Dream Sequencer" degli Ayreon: troviamo le solite tonnellate di sintetizzatori ma non mancano neanche le lunghe fughe strumentali di chitarra, tutte a carico di Arjen.
Niente di veramente nuovo quindi, ad esclusione delle parti vocali affidate completamente al gentil e giovane sesso di Astrid van der Veen, olandese appena quattordicenne, ma dotata di una maturità vocale sorprendente. Un po’ Kate Bush un po’ Alanis Morrisette.
"Ashes" e "A Sick Ceremony" sono gli episodi più deboli del disco e frequenti sono aihmè anche delle fastidiose autocitazioni come nella strumentale "Fate" e nella conclusiva "Dreamer" dove i riferimenti a "Computer Eyes" si sprecano. "Cold Metal" e "Sweet Little Brother" invece mi piacciono molto perché hanno una base ritmica cadenzata e robusta con una buona linea melodica dominante.
Un album più che dignitoso e dalla godibilità assicurata.
Ambient + Ayreon = Ambeon. That’s inside the new album from space-musician A.Lucassen: "Fate of A Dreamer" is more atmospheric and instrumental than the previous Lucassen works, but there’s not nothing really new under the sun because "The Dream Sequencer" sounded almost similar.
The most important new is Astrid van der Veen, a young dutch singer (just 14 years old), whose voice is close to Kate bush and Alanis Morrisette.
My favorite tracks are "Cold Metal" and "Sweet Little Brother" while the weakest tracks are "Ashes" and "A Sick Ceremony". "Fate" and "Dreamer" are quite good but full of bothered self-quotations.
Nevertheless a good and enjoyable album. 

Luca Alberici

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