La Spagna nella sua
storia è sempre stata un grande crocevia per le più svariate influenze culturali,
sociali, linguistiche e religiose provenienti dal bacino del Mediterraneo.
Nel 711 d.c. fu per esempio invasa dai Mori, un etnia araba che colonizzò
la parte meridionale del paese e lasciò una traccia indelebile del suo passaggio:
splendide moschee dalla fine architettura e soprattutto immensi giardini
da paradiso terrestre. La musica degli Alquilbencil racconta proprio tutto
ciò : formatisi nel 1997 a Barcellona e giunti al loro secondo album, sono
gli autori di questo "From..." il cui titolo rende certamente
l’idea della colonizzazione araba e non nasconde le molteplici sonorità
e stili che ingloba dentro di sé.
"La Presa"
per esempio contiene elementi Jazz in comunione con le melodie arabeggianti
che affiorano prepotentemente attraverso un massiccio uso di sassofono.
La voce di Oriol Jimenez
si sente per la prima volta in "Waiting Room" dai connotati decisamente
più progressive che folk: qui il giro melodico è più quadrato e scorrevole
e ricorda molto i Pink Floyd di "Dark Side..", che si rifanno
di nuovo sentire nell’influenzare la splendida "Fertil Crescent".
"Dire:From..."
invece parte con una sontuosa introduzione che sembra accogliere l’entrata
trionfale del sultano del palazzo reale di Granada.
L’album, come già detto,
è ben assortito ma comunque sempre equilibrato con una buona alternanza
di momenti folk e propensioni più progressive; i brani cantati hanno una
struttura più convenzionale ed alla fine sono quelli che entrano in testa
più facilmente.
Tuttavia ciò che veramente
mi ha impressionato, al di là della presenza di momenti di grande ispirazione,
è il fatto che il tutto sia stato registrato dal vivo. Una miscela musicale
così complessa ed eseguita magistralmente da un nutrito numero di strumenti
dimostrano la grande capacità degli esecutori.
Tuttavia l’intricata
complessità di alcune trame ordite dagli Alquilbencil e l’enorme varietà
di stili contenuti anche in seno ad una singola traccia rendono "From
Serengh..." un album di grande impatto emotivo, ma certamente non adatto
a tutti, considerando la difficoltà di ascolto di alcuni suoi passaggi.
Ma in fondo questo è prog adulto signori e non perché è complicato ma perché
mischia, sperimenta, fonde e quindi oggettivamente affascina... quasi quanto
i meravigliosi giardini che circondavano palazzi e moschee ai tempi dei
Mori.
Il mio consiglio è
di acquistare il cd, cercando di assimilarlo bene perché vi assicuro che
ve ne innamorerete.
Spain,
in its history, has been a very important crossroads of different cultural,
religious and social influences. In 711 d.c. Spain was invaded by the Moors,
an arabian population who left a deep mark on the southern regions of Spain,
such as beautiful buildings and heaven-on-earth wide gardens.
This
brief historical introduction only to explain what this Alquilbencil album
is about. They’re just from Spain and exist from 1997: "From Sereng"
is their second album and it’s a live performance containing previously
unreleased material.
This
album is really impressive, not so easy to listen, especially songs like
"La presa" and the title track. It’s impressive especially because
it’s a live recording, I mean this song’s complexity (and several instruments
they play) could be easy to play in a studio full of technological supports;
on stage it’s harder for sure. Great musicians, really.
"Waiting
Room" and "Fertil Crescent" are the most progressive rock
tracks, strongly influenced by the spacest Pink Floyd stuff. The other tracks,
as I said before, are mostly influenced by arabian sound and Middle Eastern
tunes. This is prog dear friends not beacuse it’s quite complex but it mixes,
tries to find different ways, in one word it excites.
Buy
this cd and try to go into its hidden corners...you’ll really love it.