ALQUILBENCIL
FROM SERENGHETI TO TAKLAMAKAN (2002)

SPAIN
GENRE: PROG-FOLK
LABEL: MUSEA
WEBSITE
REVIEWED 2002 AUGUST 20TH
RATING: 80/100
 
La Spagna nella sua storia è sempre stata un grande crocevia per le più svariate influenze culturali, sociali, linguistiche e religiose provenienti dal bacino del Mediterraneo. Nel 711 d.c. fu per esempio invasa dai Mori, un etnia araba che colonizzò la parte meridionale del paese e lasciò una traccia indelebile del suo passaggio: splendide moschee dalla fine architettura e soprattutto immensi giardini da paradiso terrestre. La musica degli Alquilbencil racconta proprio tutto ciò : formatisi nel 1997 a Barcellona e giunti al loro secondo album, sono gli autori di questo "From..." il cui titolo rende certamente l’idea della colonizzazione araba e non nasconde le molteplici sonorità e stili che ingloba dentro di sé.
"La Presa" per esempio contiene elementi Jazz in comunione con le melodie arabeggianti che affiorano prepotentemente attraverso un massiccio uso di sassofono.
La voce di Oriol Jimenez si sente per la prima volta in "Waiting Room" dai connotati decisamente più progressive che folk: qui il giro melodico è più quadrato e scorrevole e ricorda molto i Pink Floyd di "Dark Side..", che si rifanno di nuovo sentire nell’influenzare la splendida "Fertil Crescent".
"Dire:From..." invece parte con una sontuosa introduzione che sembra accogliere l’entrata trionfale del sultano del palazzo reale di Granada.
L’album, come già detto, è ben assortito ma comunque sempre equilibrato con una buona alternanza di momenti folk e propensioni più progressive; i brani cantati hanno una struttura più convenzionale ed alla fine sono quelli che entrano in testa più facilmente.
Tuttavia ciò che veramente mi ha impressionato, al di là della presenza di momenti di grande ispirazione, è il fatto che il tutto sia stato registrato dal vivo. Una miscela musicale così complessa ed eseguita magistralmente da un nutrito numero di strumenti dimostrano la grande capacità degli esecutori.
Tuttavia l’intricata complessità di alcune trame ordite dagli Alquilbencil e l’enorme varietà di stili contenuti anche in seno ad una singola traccia rendono "From Serengh..." un album di grande impatto emotivo, ma certamente non adatto a tutti, considerando la difficoltà di ascolto di alcuni suoi passaggi. Ma in fondo questo è prog adulto signori e non perché è complicato ma perché mischia, sperimenta, fonde e quindi oggettivamente affascina... quasi quanto i meravigliosi giardini che circondavano palazzi e moschee ai tempi dei Mori.
Il mio consiglio è di acquistare il cd, cercando di assimilarlo bene perché vi assicuro che ve ne innamorerete.
Spain, in its history, has been a very important crossroads of different cultural, religious and social influences. In 711 d.c. Spain was invaded by the Moors, an arabian population who left a deep mark on the southern regions of Spain, such as beautiful buildings and heaven-on-earth wide gardens.
This brief historical introduction only to explain what this Alquilbencil album is about. They’re just from Spain and exist from 1997: "From Sereng" is their second album and it’s a live performance containing previously unreleased material.
This album is really impressive, not so easy to listen, especially songs like "La presa" and the title track. It’s impressive especially because it’s a live recording, I mean this song’s complexity (and several instruments they play) could be easy to play in a studio full of technological supports; on stage it’s harder for sure. Great musicians, really.
"Waiting Room" and "Fertil Crescent" are the most progressive rock tracks, strongly influenced by the spacest Pink Floyd stuff. The other tracks, as I said before, are mostly influenced by arabian sound and Middle Eastern tunes. This is prog dear friends not beacuse it’s quite complex but it mixes, tries to find different ways, in one word it excites.
Buy this cd and try to go into its hidden corners...you’ll really love it.

Luca Alberici