- Gli appassionati di
quella commistione di progressive hard-rock con sonorità jazz avranno
nuovamente un motivo per gioire. Gli Alkemy provengono da Bordeaux, si sono
formati nell'estate del 2000 e solo adesso sono riusciti a pubblicare questo
debutto discografico per la canadese Unicorn. Le note biografiche ci informano
che il gruppo è stato un trio fino al 2001 (Lionel Bertrand-batteria,
Aurelien Budynek-voce+chitarre e Philippe Sifre-basso) a cui si è
unito "per necessità" Aurelie Martin alle tastiere. Da
moderato detrattore del genere proposto dagli Alkemy, devo ammettere che
Il disco è nel complesso gradevole ed ottimamente suonato (anche
se molto meno ottimamente cantato); ho apprezzato (ma sempre con moderazione)
soprattutto i momenti dove la robustissima base di chitarra e basso di cui
la maggior parte dei brani è dotata è inframezzata da raffinati
interventi pianistici di ispirazione jazz e proprio per questo motivo ho
ampiamente condiviso la scelta di inserire un tastierista nell'organico:
in "Underwater", "Inner Pulse" e nella superba "Within
My Prism" le partiture di tastiere e pianoforte ammorbidiscono una
miscela sonora altrimenti troppo fredda ed ipertecnica. Inoltre il caso,
forse, ha voluto che questi fossero anche i brani contenenti le idee migliori.
Le note dolenti riguardano purtroppo le ampie porzioni di lavoro che dopo
una manciata di ascolti annoiano: "On The Very Day", "Sick
Seekers", "Different Looks" e "My Eyes" sono costruiti
in maniera troppo rigida sul solismo della chitarra di Budynek e spesso
la ripetitività e l'insistenza nella proposizione di alcuni temi
finisce per infastidire.
Per un attimo ho cercato di immaginarmi questo disco privo delle tastiere,
cioè come sarebbe stato suonato dagli Alkemy agli inizi della loro
carriera e sono sicuro che la mia valutazione finale sarebbe stata meno
positiva della sufficienza che, nonostante tutto, si meritano.
- Alkemy comes from Bordeaux,
existing since 2000 as a trio (Lionel Bertrand-drums, Aurelien Budynek-vocals
+ guitars and Philippe Sifre-bass). Then in 2001 Aurelie Martin on keyboards
joined the band. Even if I'm not a enthusiastic fan of the genre they play
I must say that overall "Da 69 Projek" is quite pleasant and played
very well but much less sung. I mostly liked the tracks where the hard carpet
of strong guitars and bass are balanced with very jazzy piano and keybooards
interludes: I'm talking about "Underwater", "Inner Pulse"
and my absolutely favourite track "Within My Prism". Unfortunately
there are wide portions a bit annoying : "On The Very Day", "Sick
Seekers", "Different Looks" and "My Eyes" are too
much strictly built around the guitar solos of Budynek. For this reason
I applauded the introduction of a keyboards player.
Pass mark, no more !!
Luca
Alberici
Have
you a different point of view? Please write
me !!!