AIN SOPH
MARINE MENAGERIE (1990)

JAPAN
GENRE: PROG
LABEL: MUSEA
WEBSITE: AIN SOPH official
REVIEWED: 2006 MARCH 27TH
RATING: 85/100

 

Gli amanti delle sonorità canterburiane non avranno certamente atteso questa ristampa 2005 targata Musea/Poseidon di "Marine Menagerie" per conoscere ed apprezzare la musica degli Ain Soph, da molti considerati uno dei gruppi più rappresentativi della scena progressiva nipponica e che ha saputo esportare la propria proposta proprio grazie ad una incondizionata devozione alla scena anglosassone.
L'album in questione è stato registrato e pubblicato nel settembre del 1991 ed è il terzo di questo quartetto, nato intorno al 1975 come Ain Soph (ma pare esistessero già da qualche anno con un nome differente) e che ha dovuto sopportare ripetuti cambi di formazione che ne hanno ritardato il debutto discografico.
Bello l'incedere giocoso di "Marine Managerie" dove realmente non si sa chi scegliere tra Camel e Caravan nell'individuazione della sua principale ispirazione. Ma è altrettanto brillante l'improvvisazione jazz-fusion di "Variations On a Theme by Brian Smith", debitrice (con tanto di citazione nel booklet) ai Nucleus di "Hector's House".
Inutile nasconderlo, da cameliano appassionato non posso che indugiare più a lungo su "Ride On A Camel", un titolo che in realtà dice già tutto; io mi limito solo ad aggiungere che è più "Rain Dances" a porsi come riferimento discografico piuttosto che "Mirage/The Snow Goose" come riportato nelle note Musea. Nella prima metà del brano è la chitarra di Yozox a fare ovviamente il verso a quella di Latimer, mentre nella seconda metà sono le tastiere di Kikuo Fujikawa ad omaggiare Peter Bardens in una delle più rispettose e convincenti clonazioni del cammello inglese.
Ma le emozioni non hanno solo le zame lunghe e le gobbe e non sono dunque finite: il brano conclusivo "Metronome 7/8", con citazione documentata dei Caravan, è un autentico paradiso per gli amanti del Canterbury bucolico, variopinto ed a suo modo accessibile. L'epilogo è nuovamente contraddistinto da un lungo ed emozionante assolo di chitarra latimeriano.
Se può sembrare esagerato parlare di classico vista la sua profonda natura derivativa, non si può tuttavia non annoverarlo fra le opere di prog sinfonico da aggiungere obbligatoriamente alla propria collezione.
I think all the "Canterbury scene" lovers were not waiting for this reissue by Musea records to know a great piece of music like this. Ain Soph is a well-known japanese band among the fans and "Marine Menagerie", originally released in 1991, is their third and best album in my opinion.
Their deep devotion to the british prog of early seventies is absolute and uncontiditional: while listening to the title-track you will be in trouble to choose between Camel and Caravan as Ain Soph's main influence, but your choice is not as important as the extreme beauty of this track. You will be also delighted by the jazz improvisation of "Variations On a Theme by Brian Smith" and if you're a great Camel fan, "Ride On A Camel" could be a track you'd be crazy for. An exciting tribute to the couple Latimer/Bardens.
The final track "Metronome 7/8" is another kettle of emotions for all the Caravan fans.
Maybe it's not right to consider "Marine Menagerie" as a classic, but it's very close to be and certainly one of my favourite japanese album of all times. Highly recommended.

Luca Alberici

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